POGGIO BRACCIOLINI (1380-1459)

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Terranuova deve l’apposizione del suo nome al suo concittadino pià illustre, l’umanista Poggio Bracciolini che vi nqcque nel 1380. Trascorse la giovinezza a Firenze intraprendendo gli studi notarili, per mantenersi in città iniziò a lavorare nella stamperia di Colluccio Salutati, e fu proprio “a bottega” che, con l’amico Niccolò Niccoli, inventò un nuovo tipo di scrittura, la littera antiqua, che ben presto avrebbe soppiantato la scrittura gotica e avrebbe ispirato i caratteri a stampa. Con una lettera di presentazione del Salutati si reca a Roma nel 1402 prima a servizio del cardinale Maramoldo e per poi essere nominato segretario di Papa Bonifacio IX e scrittore delle lettere apostoliche. Poggio, grazie alle sue capacità intellettuali e di fine umanista conserverà l’incarico sotto altri quattro pontefici. Durante le turbolenze dello Stato della Chiesa segue il pontefice al Concilio di Costanza, dove però mantiene una posizione defilata e si dedica quasi esclusivamente agli studi. Proprio durante una visita al monastero di San Gallo, trova “rinchiusi in un tristissimo e oscuro carcere” numerosi codici e opere latine considerate scomparse. Poggio Bracciolini inizia allora a cercare questi tesori nei monasteri di’Europa e tornano da allora alla luce, per merito suo, il De rerum natura di Lucrezio, Le Lettere di Cicerone, le Istiutzioni oratorie di Quintiliano, solo per citare le più importanti. In seguito alla morte del padre, l’umanista decide di ampliare i possedimenti che ha a Terranuova Bracciolini dove fa costruire un grande palazzo nel quale ama trascorrere il tempo libero dagli impegni curiali. Proprio a Terranuova porta la giovane moglie Vaggia de Buondelmonti, trasferisce la sua biblioteca e le sue statue, intrattiene altri umanisti e uomini di potere e fa degustare loro i prodotti delle sue tenute. L’ultimo suo incarico sarà quello di Cancelliere della Repubblica fiorentina nel 1453, pochi anni più tardi si spegne a Bagno a Ripoli. Poggio Bracciolini oltre ad essere stato un intellettuale cosmopolita e aver viaggiato e soggiornato in Germania e Inghilterra, è autore, tra l’altro, di epistiole, trattati, invettive e orazione in latino, nelle quali dialoga, e a volte si scontra, con altri umanisti si temi cari ai letterati dell’epoca. Tra i suoi testi più importanti il De Nobilitate, De Infelicitate principuium, De varietate fortunae, l’Historia fiorentini e il Liber Facetiarum.